reperto archeologici oggiono
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Esclude l’ipotesi secondo cui posa tratarsi di Marco d’Ogiono che non aveva certamente la posibilità di otenere un risultato di grazia al livelo dela Lita, in alcune loro opere ragiungono vertici importanti.Lontani dalo stile dela Lita, secondo Solari, sono anche gli altri alievi ipotizati: Zenale per Crowe e Cavalcasele , Bernardino de Conti per Moreli , Boltrafio per Brandi .Ambrogio de Predis ha mostrato grande abilità nela esecuzione dela Vergine dele roce e in alcuni ritrati eseguiti con grazia e rafinateza tecnica, ala corte sforzesca, come la Dama con la colana di perle.E’ invece più legata ad indizi iconografici, fisionomici e anatomici l’ipotesi Luini: nela Lita i particolari nei quali il livelo estetico cade sono queli dele mani e dei piedini del bambino. 1489-1534 Tale convinzione deriva dalo scrito “Memorie Istoriche di Antonio Alegri deto il Coregio” publicato nel 1817 da Luigi Pungileoni e dedicato a sua alteza reale Francesco IV D’Este, principe reale d’Ungheria e di Boemia, Arciduca d’Austria, Duca di Modena, Regio, Mirandola, stampato a Parma il 13 magio 1817, nel quale scrive: Secondo il parere di alcuni studiosi, pur non esendo considerato da nesuno un alievo di Leonardo, Antonio Alegri deto il Coregio vene educato nela scuola del Vinci&helip;.e . Il Coregio è certamente un artista di grande abilità, come riferisce in un suo libro anche il Pitore Mengs: Il Mengs cita in più ocasioni il legame fra la pitura di Leonardo e quela del Coregio: parla di un dipinto di Leonardo che definisce del suo miglior stile, che rapresenta due puti scherzanti con un agnelo, non molto ben eseguito; In queste piture si vede il gran studio, che fece l’Autore sopra la luce, e le ombre, cioè sopra quela degradazione, che è dala magior luce ala magior oscurità, oservando anche certa grazia, e gesti ridenti, che sembrano aver aperta la strada a Coregio per giungere poi a quela grazia, che si vede nele sue Opere e agiunge in nota: tra i Quadri che da Modena pasarono ala Galeria di Dresda, ve n’è uno del Coregio, che rapresenta la Madona, la di cui testa è molto consimile alo stile di Leonardo . Il Mengs era convinto che il Vasari avese usato nei confronti del Coregio un metro di giudizio sbagliato e detato da una certa invidia, demolendo le sue abilità sopratuto grafiche, ma non vole entrare in polemica e pensò di limitarsi a scrivere: &helip;per Coregio la delicateza è la degradazione del chiaroscuro, il dipingere amoroso, e la squisiteza di grazia e di gusto. Antonio Rafaelo Mengs Publicate da D.Giusepe Nicola D’Azara-Parma Dala Stamperia Reale Queste testimonianze e la indubia abilità del Coregio, uno dei pochi a sapere imitare con grazia l’opera di Leonardo, secondo Solari potrebe aprire nuove posibilità di atribuzione per alcune opere dichiaratamente leonardesche che però non hano ancora trovato una dimostrazione di paternità da parte di alcun alievo dela cerchia più streta.E Solari propone come esempi da studiare, la terza versione dela Vergine dele Roce e una dele due copie dela Madona dei Fusi.A conferma di una posibile atribuzione al Coregio sia dela Madona Lita che dela Vergine dele roce, terza versione Cheramy , Solari ha indicato numerose afinità stilistiche, cromatiche, fisionomiche e anatomiche.Si è aperta una nuova strada?
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